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I
telescopi astronomici sono strumenti ottici attraverso i quali è
possibile esplorare l’ Universo che ci circonda. Sostanzialmente si
tratta di strumenti in grado di catturare molta più luce di quanto non
possa fare l’occhio umano e quindi di rivelarci oggetti altrimenti a noi
invisibili. Inoltre, consentono un notevole ingrandimento dell’
immagine, fattore determinante nell’ osservazione dei pianeti e
importante per cogliere fuggevoli dettagli della Luna e del Sole.
Esistono innumerevoli tipi di telescopi, diversi per schema ottico,
prestazioni e prezzi, e quindi adatti ad un utilizzo sia professionale
che amatoriale.
Una prima classificazione dei telescopi può essere quella legata ai
mezzi ottici utilizzati per la costruzione degli obiettivi: lenti o
specchi.
GLOSSARIO
-
ABERRAZIONI OTTICHE - sono
caratteristiche indesiderate dei mezzi ottici (lenti
e specchi) che provocano deformazioni dell’immagine.
Ne esistono di diversi tipi, ma qui ricordiamo le
più importanti:
- ABERRAZIONE SFERICA - è dovuta al fatto che i
raggi che incidono su una lente (o su uno specchio)
nei pressi del suo centro ottico (raggi parassiali)
vengono focalizzati più lontani rispetto a quelli
marginali. L’esistenza di infiniti fuochi fra quello
marginale e parassiale provoca una sfocatura
dell’immagine.
- ABERRAZIONE CROMATICA - è dovuta al fatto che ogni
vetro rifrange in modo diverso le diverse lunghezze
d’ onda che compongono la luce incidente. Ad
esempio, le lunghezze d’onda del blu vengono
focalizzate prima di quelle del rosso e ciò crea una
fastidiosa alonatura iridescente sull’ immagine. Gli
specchi ne sono esenti, perchè riflettono la luce e
non la rifrangono. Per ridurre tale aberrazione si
usano vetri a bassa dispersione (ED) e/o
combinazioni di lenti concave e convesse: le prime,
infatti, sovracorreggono l’aberrazione e le ultime
la sottocorregono.
- COMA - mentre le due aberrazioni precedenti si
verificano lungo l’asse ottico (aberrazioni
assiali), il coma si presenta al fuori di esso
(aberrazione extrassiale). E’ un’aberrazione simile
a quella sferica, ma è dovuta alla diversa
focalizzazione dei raggi paralleli che incidono
obliquamente su una lente o su uno specchio. Ciò
provoca una deformazione dell’ immagine, che assume
l’ aspetto di una cometa (di qui il nome). Il coma è
evidente soprattutto nei telescopi riflettori, e in
particolar modo in prossimità del bordo del campo.
-
APERTURA - è il diametro
dell’obbiettivo ed è anche la caratteristica più
importante di un telescopio. Maggiore è l’apertura,
maggiore sarà la luminosità (ovvero la capacità di
catturare la luce), maggiore sarà il potere
risolutivo (la capacità di distinguere i dettagli) e
maggiore sarà il potere di ingrandimento.
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APERTURA RELATIVA (f / ) -
è il rapporto tra la lunghezza focale del telescopio
e il suo diametro.
-
COLLIMAZIONE - è
l’allineamento degli elementi ottici del telescopio
su un unico asse (asse ottico).
-
GUADAGNO DI LUMINOSITÀ - è
il rapporto fra il diametro dell’ obiettivo e la
pupilla dell’ occhio elevato al quadrato.
-
INGRANDIMENTO - è il
fattore che definisce quante volte un oggetto viene
visto più grande (o più vicino). Si calcola
dividendo la focale dell’ obiettivo per quella dell’
oculare. Se ad esempio si monta un oculare da 5 mm
su un telescopio di 2000 mm focale, l’ingrandimento
ottenuto sarà pari a 400 volte (400 x).
-
LUNGHEZZA FOCALE - è la
distanza che intercorre tra la lente (o lo specchio)
e il fuoco che essa genera. E’ un parametro molto
importante nella scelta di un telescopio, che
influenza il potere di ingrandimento.
-
OSTRUZIONE od OTTURAZIONE
- nei telescopi a specchi, è il rapporto tra il
diametro del secondario e quello del primario.
-
POTERE RISOLUTIVO - è la
capacità di un obiettivo di distinguere i
particolari di un’ immagine. Si calcola
approssimativamente applicando la formula di Dawes:
Pr (“) = 120 / D (mm) dove D = diametro
dell’obiettivo.
-
PUPILLA D'USCITA - è il
rapporto tra il diametro dell’ obiettivo e l’
ingrandimento.
-
TRATTAMENTO ANTIRIFLESSO -
è un trattamento che si esegue sulle lenti per
aumentarne la trasmittanza, ovvero la quantità di
radiazione che le può attraversare senza essere
riflessa dalle superfici del vetro. Si ottengono per
deposizione sotto vuoto spinto di strati di ossidi
metallici. Possono essere monostrato (in questo caso
la trasmittanza non supera il 96-98%) o multistrato
(SMC). Questi ultimi sono molto più costosi ma la
trasmittanza raggiunge valori superiori al 99%.
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